Thursday, July 6, 2017

Italy - today L'Aquila - defend the prisons' condition of comrade Nadia Lioce - red brigades - MFPR Italy - SRP Italy

Nadia Lioce verrà processata per aver turbato la “quiete” di un carcere che l’ha sepolta viva!

All’Aquila il 7 luglio, la prigioniera rivoluzionaria Nadia Lioce verrà processata per “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale”. Reati relativi a battiture di protesta, che la detenuta avrebbe messo in atto dopo l’applicazione delle circolari del DAP e la pronuncia della Cassazione del 2014, che hanno stabilito l’impossibilità, per chi è recluso in 41 bis, di detenere libri o riviste in cella e di riceverne dall’esterno. In questi anni Nadia Lioce è stata oggetto di ripetuti sequestri di libri, quaderni e altro materiale cartaceo e di cancelleria e ora la si vuole processare per aver turbato la “quiete” di un carcere che l’ha sepolta viva, condannandola al silenzio, a una condizione d’isolamento totale e perenne, all’inaccettabile sacrificio della dignità umana, alla mortificazione della sua stessa identità.
A un anno dalla manifestazione della campagna “pagine contro la tortura”, le condizioni detentive già gravi di Nadia, sono addirittura peggiorate. Oltre ai libri, non le vengono consegnati neanche i vaglia per poterli acquistare tramite il carcere e in quell'istituto di pena, a L'Aquila, è assente la figura del garante dei diritti dei detenuti.
Nelle sezioni di 41bis si vive una condizione di totale isolamento: le persone lì rinchiuse sono sepolte vive. Con la sentenza della Corte Costituzionale dell’8.02.17, n° 122, questa tortura bianca è stata dichiarata legittima e definitiva. D’altra parte l’approvazione di una legge truffa sulla tortura, è il segno evidente che questo è uno Stato di polizia che non offre più margini di democrazia. Le sue “quote rosa” sono intrise della sofferenza delle donne rinchiuse, torturate e violentate nelle carceri, nelle caserme, nei lager per migranti. Uno Stato che usa il carcere duro per piegare anche prigioniere e prigionieri rivoluzionari, non agisce solo per vendetta, ma lancia una minaccia alla solidarietà umana e di classe e una promessa repressiva a chi, comunque sia, lotta contro questa immensa ingiustizia. All’Aquila il 7 luglio si processa una donna, che continua a ribellarsi a questo sistema di tortura e annientamento dell’identità umana, sociale e politica e noi saremo davanti al tribunale, per chiedere l'abolizione del 41bis per Nadia Lioce e per tutti e tutte.
Perché se c’è una cosa che ancora non possono toglierci è l’umanità e la speranza di un riscatto rivoluzionario.


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